Sveglia alle 6 si fa subito rotta in moto verso il Registan dove la guardia ci attende per lo scatto.
Molto
gentile ci apre anche la sbarra, naturalmente dietro piccola mancia
di dovere visto che i mezzi non sono ammessi in loco.
Una
lunghissima tappa da Samarcanda a Khiva oltre 700 km di strade
bruttissime ed infiniti controlli con enorme difficoltà a reperire
la benzina ci troviamo spesso a dover calcolare i consumi onde
evitare di restare a piedi.
Grazie
all'accompagnamento di alcuni giovani troviamo miracolosamente
l'unico distributore ad avere la benzina, coda di almeno 150 metri
che noi con molta non chalance saltiamo anche grazie al gestore;
ormai avevamo 0,5 litri nel serbatoio
Il
secondo pieno lo troviamo dopo oltre 400 km da un “venditore”
ambulante lungo la strada per Khiva il quale ci pratica anche un
ottimo prezzo.
Con
grande stupore e gioia si apre davanti ai nostri occhi proprio nel
mezzo del deserto una bellissima strada in cemento a ben 4 corsie con
tanto di segnaletica lunga circa 180 km, ormai avevamo dimenticato
quanto si viaggia bene su strade in perfette condizioni.
Nel
corso della giornata subiamo più di 10 controlli della polizia che
chiede sempre le stesse cose e scrive i nostri nomi ed il modello e
targa della moto su registri improvvisati e malandati spesso
chiedendo anche in prestito la penna.
I
tanti chilometri su queste terribili strade uniti ai tanti controlli
snervanti mettono alla prova il nostro autocontrollo che per fortuna
regge, solo una grande stanchezza ci prende quando ormai alle 21,00
arriviamo a Khiva.
Gli
ultimi 50 km prima della città sono veramente terribili; l'asfalto
non è assolutamente buono ed occorre dribblare buche, carretti
trainati da asini, pedoni e ciclisti il tutto senza luci pubbliche al
buio totale.
Domani
visita alla città.
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