Decidiamo di partire presto perchè sappiamo che i tempi della dogana turkmeni sono molto lunghi ed anche per le elevate temperature.
La strada che conduce alla frontiera è molto arida e secca
Nei paesini dell'est iraniano ci fermiamo ad osservare i tanti negozi che vendono semi, frutta secca, spezie.... Il gestore ci offre due manciate di ottimi pistacchi.
Riprendiamo la via del confine ed il paesaggio non cambia. La strada è piacevolissima da guidare, occorre solamente prestare attenzione ai tanti cani e pecore ai lati della strada.
A 10 km dal confine un numeroso gregge di pecore in procinto di attraversare la strada ci costringe ad una sosta di alcuni minuti.
Le condizioni di vita della popolazione qua è ai limiti della sopravvivenza.
Finalmente arriviamo al confine, vedremo se la lettera di invito è valida o meno.
Il controllo in uscita iraniano è piuttosto rapido mentre l'ingresso inb Turkmenistan rasenta la follia con una iniziale attesa di mezz'ora per pausa pranzo del personale ed un continuo entrare ed uscire dai vari uffici per controllo documenti personali e della moto. Ad un tratto ci separano; passeggeri da una parte e conducenti dall'altra. Conosciamo parecchi ragazzi intenti a partecipare al Mongol Rally, un rally a scopo benefico che si conclude in Mongolia e facciamo la loro conoscenza.
Abbiamo dovuto dichiarare la strada che percorreremo in Turkmenistan (occhio a non sgarrare) e gli hotel in cui pernotteremo. Uno ci è stato consigliato da un amico in Italia, l'altro me lo invento seduta stante. Altra follia ma siamo abituati.
Si paga una tassa di ingresso per persone e moto, oltre all'assicurazione del veicolo. La follia si conclude con il controllo del mezzo e perquisizione dei bagagli, peraltro effettuata in maniera superficiale. Mi chiedono se trasportiamo armi o droga indicandomi come italiano=mafia.
Il personale è talmente impreparato che con i passaporti in mano e dopo averli esaminati accuratamente ci chiedono da dove arriviamo.
Dopo 3 ore possiamo entrare in Turkmenistan. Per arrivare alla capitale distante 35 km dobbiamo subire altri due controlli documenti. Nei vari uffici abbiamo visto che è onnipresente la fotografia gigante del Presidente in tuta mimetica. Questo è uno Stato militarizzato.
Il paesaggio non cambia ma la temperatura sale vertiginosamente; il termometro tocca i 45,5 gradi.
Dalle alture incominciamo ad intravedere la capitale Ashgabat, una città surreale, voluta dal predecessore dell'attuale Presidente. Una città completamente bianca, i palazzi,elegantissimi, sono infatti rivestiti di marmo bianco e spicca ovunque la statua del megalomane. Scorgiamo anche una sua statua dorata roteante su se stessa ad indicare la posizione del sole. In realtà fotografare la capitale è vietato, noi ci riusciamo di sfuggita con qualche scatto rubato con attenzione.
Raggiungiamo l'hotel consigliatoci da un amico in Italia piuttosto presto. Sono le ore 15.30 e ci rilassiamo in piscina gustandoci una meritata birretta in vista dell'impegnativa tappa di domani di oltre 600 km che ci porterà nell'est del paese. Qua siamo 3 ore in avanti rispetto all'Italia.
Concludiamo la giornata a bordo piscina dell'hotel fantastico a 5 stelle con una buona vodka locale.
Ho scoperto ora che posso scrivere commenti.
RispondiEliminaComplimenti fino ad ora, vedo la faccia di Federico a serio rischio insolazione.
Ciao!
Ciao ragazzi ,buona strada !!
RispondiEliminamettersi la crema và...bravi bellissime descrizioni.
RispondiEliminasaluti armando