Partenza alle ore 8.30, si prosegue sul bell'altopiano di ieri fino al confine, rallentati solo dai numerosi greggi presenti in mezzo alla strada.
Dopo
100km vediamo in lontananza il mitico monte Agri Dagi (Ararat), dove,
secondo la Bibbia, si sarebbe arenata l'arca di Noè. Il monte è
immenso e perennemente innevato visti gli oltre 5000 mt di altezza.
Il
confine fra Turchia ed Iran è vicino, scorgiamo la lunga fila di tir
incolonnati.
Superiamo la colonna e troviamo i cancelli chiusi della
frontiera turca. Rapido controllo dei documenti e si prosegue.
Percorriamo poche centinaia di metri e troviamo il cancello sbarratto
del confine iraniano. Al cancello, fermi, scorgiamo una bmw gs
adventure con targa italiana, vista due sere precedenti ad Amasya.
Nel frattempo scopriamo che abbiamo saltato un controllo; facciamo
pochi passi indietro per un rapido controllo passaporti e carnet de
passage. Ok, possiamo proseguire al prossimo sgabbiotto. Altro
controllo passaporti e carnet, il funzionario scrive qualcosa al pc e
si prosegue davanti al cancello iraniano. Nel frattempo la piccola
colonna di auto e la moto sono all'interno del cortile.
Fortunatamente non c'è nessuno, piccola attesa ed entriamo. Facciamo
la conoscenza degli italiani su gs. Sono Gisella e Gianni del
torinese, impegnati in un giro pazzasco sulla pamir higway, strada
meravigliosa in Tajikistan.
Attendiamo
il nostro turno per il primo controllo iraniano. Dopo pochi minuti
consegnamo i passaporti al poliziotto di guardia, un simpatico
ragazzo che non fa altro che parlare di calcio, juventus, Del Piero,
Pirlo e Totti e ci prende in giro per la precoce uscita dell'Italia
dai mondiali. Ci chiede l'itinerario che scriverà a mano su un
foglio e ci spiega che fra 5 giorni il nostro visto scadrà per cui
dobbiamo volare per uscire dall'Iran in tempo utile per non essere
considerati clandestini.
Appena
ricevuto indietro i passaporti (con un welcome in Iran) veniamo presi
in custodia da un trafficone locale che ci indirizza fra gli uffici
posti 50 metri più avanti. Qui comincia la comica. Veniamo
sballottolati da un ufficio all'altro mentre il trafficone si
preoccupa di fare le fotocopie. Ancora controllo passaporti e carnet.
Veniamo accolti da un funzionario seduto su un misero tavolino che ci
urla "benvenuti", il quale mette una firma su un foglio, il
trafficone, nel frattempo tornato da noi, cerca un nuovo funzionario
il quale mette una nuova firma sul foglio di prima. Ulteriore
controllo passaporti e carnet in un nuovo ufficio; qui il carnet
viene compilato e timbrato. Con il trafficone si ritorna
dall'impiegato sul misero tavolino il quale mette una nuova firma sul
foglio di prima; si ricerca il secondo funzionario il quale firma
ancora il foglio che finalmente ci viene riconsegnato. Salutiamo
tutti quanti e cambiamo 150 dollari in rial, la moneta iraniana; ci
vengono consegnati due malloppi che quasi non riusciamo a sistemare
nei portafogli.
Saliamo
in moto ed andiamo a trattare con il capo dei trafficoni per il loro
servizio. Ci vengono richiesti 50 dollari, combiniamo per 15; soldi
veramente ben spesi perchè risolviamo tutto in meno di un'ora, un
record.
Percorriamo
1 km e troviamo ancora una sbarra chiusa; qui, scopriamo, dobbiamo
presentare il foglio consegnatoci prima e farlo firmare ancora da due
funzionari, i quali ci chiedono ancora l'itinerario che faremo in
Iran. Percorriamo 50 metri e consegnamo questo benedetto foglio alla
polizia, la quale ci apre l'ultima sbarra. Siamo in Iran.
Dopo
5 km facciamo benzina, ormai ho solo 70 km di autonomia. Ci fidiamo
del gestore e facciamo il pieno dalla pompa consigliataci. Non
capiamo se è diesel, benzina senza piombo o rossa ma ci fidiamo. Che
bello fare il pieno con meno di 5 Euro!
Seguono
alcune foto dell'Iran.
Il
paesaggio è privo di vegetazione e molto arido ed il termometro
segna 40 gradi.
Nelle
soste di riposo veniamo avvicinati da numerosi iraniani i quali ci
fanno numerosissime domande in uno stentato inglese misto a segni con
le mani. Le tre domande che tutti i pongono però sono: da dove venite? Dove andate? Quanto costa la moto?
La
guida è piacevole ma nelle città il tutto si fa complicato: la
guida iraniana è veramente pessima, con continui cambi di direzione
ovviamente senza frecce, fermate e riprese improvvise senza guardare
chi sopraggiunge e mancanza di regole assolute nelle rotonde.
Anarchia totale, occorre prestare molta attenzione, anche perchè il
numero di macchine in giro è veramente pazzesco.
Raggiungiamo l'hotel prenotato dall'Italia. Si tratta dell'unico hotel riservato, visto che la prima prenotazione è obbligatoria per poter ottenere il visto iraniano.
Prima di cena decidiamo di andare a visitare il bazar di Tabriz, patrimonio Unesco. Prendiamo un taxi abusivo condotto da un simpatico iraniano, che con un ottimo inglese (talvolta dobbiamo farci ripetere le cose più volte visto che il nostro è parecchio scarso) ci porta al bazar, facendoci fare il giro turistico della città sulla sua macchina scassata e facendoci da Cicerone. La paura è tanta, visto il suo (e quello degli altri) modo di guidare "disinvolto", ma in serata ci riporta sani e salvi all'hotel.
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