giovedì 7 agosto 2014

Tappa 07: Agri - Tabriz - km 410



Partenza alle ore 8.30, si prosegue sul bell'altopiano di ieri fino al confine, rallentati solo dai numerosi greggi presenti in mezzo alla strada.



Dopo 100km vediamo in lontananza il mitico monte Agri Dagi (Ararat), dove, secondo la Bibbia, si sarebbe arenata l'arca di Noè. Il monte è immenso e perennemente innevato visti gli oltre 5000 mt di altezza.




Il confine fra Turchia ed Iran è vicino, scorgiamo la lunga fila di tir incolonnati. 



Superiamo la colonna e troviamo i cancelli chiusi della frontiera turca. Rapido controllo dei documenti e si prosegue. Percorriamo poche centinaia di metri e troviamo il cancello sbarratto del confine iraniano. Al cancello, fermi, scorgiamo una bmw gs adventure con targa italiana, vista due sere precedenti ad Amasya. Nel frattempo scopriamo che abbiamo saltato un controllo; facciamo pochi passi indietro per un rapido controllo passaporti e carnet de passage. Ok, possiamo proseguire al prossimo sgabbiotto. Altro controllo passaporti e carnet, il funzionario scrive qualcosa al pc e si prosegue davanti al cancello iraniano. Nel frattempo la piccola colonna di auto e la moto sono all'interno del cortile. Fortunatamente non c'è nessuno, piccola attesa ed entriamo. Facciamo la conoscenza degli italiani su gs. Sono Gisella e Gianni del torinese, impegnati in un giro pazzasco sulla pamir higway, strada meravigliosa in Tajikistan.
Attendiamo il nostro turno per il primo controllo iraniano. Dopo pochi minuti consegnamo i passaporti al poliziotto di guardia, un simpatico ragazzo che non fa altro che parlare di calcio, juventus, Del Piero, Pirlo e Totti e ci prende in giro per la precoce uscita dell'Italia dai mondiali. Ci chiede l'itinerario che scriverà a mano su un foglio e ci spiega che fra 5 giorni il nostro visto scadrà per cui dobbiamo volare per uscire dall'Iran in tempo utile per non essere considerati clandestini.
Appena ricevuto indietro i passaporti (con un welcome in Iran) veniamo presi in custodia da un trafficone locale che ci indirizza fra gli uffici posti 50 metri più avanti. Qui comincia la comica. Veniamo sballottolati da un ufficio all'altro mentre il trafficone si preoccupa di fare le fotocopie. Ancora controllo passaporti e carnet. Veniamo accolti da un funzionario seduto su un misero tavolino che ci urla "benvenuti", il quale mette una firma su un foglio, il trafficone, nel frattempo tornato da noi, cerca un nuovo funzionario il quale mette una nuova firma sul foglio di prima. Ulteriore controllo passaporti e carnet in un nuovo ufficio; qui il carnet viene compilato e timbrato. Con il trafficone si ritorna dall'impiegato sul misero tavolino il quale mette una nuova firma sul foglio di prima; si ricerca il secondo funzionario il quale firma ancora il foglio che finalmente ci viene riconsegnato. Salutiamo tutti quanti e cambiamo 150 dollari in rial, la moneta iraniana; ci vengono consegnati due malloppi che quasi non riusciamo a sistemare nei portafogli.
Saliamo in moto ed andiamo a trattare con il capo dei trafficoni per il loro servizio. Ci vengono richiesti 50 dollari, combiniamo per 15; soldi veramente ben spesi perchè risolviamo tutto in meno di un'ora, un record.
Percorriamo 1 km e troviamo ancora una sbarra chiusa; qui, scopriamo, dobbiamo presentare il foglio consegnatoci prima e farlo firmare ancora da due funzionari, i quali ci chiedono ancora l'itinerario che faremo in Iran. Percorriamo 50 metri e consegnamo questo benedetto foglio alla polizia, la quale ci apre l'ultima sbarra. Siamo in Iran.
Dopo 5 km facciamo benzina, ormai ho solo 70 km di autonomia. Ci fidiamo del gestore e facciamo il pieno dalla pompa consigliataci. Non capiamo se è diesel, benzina senza piombo o rossa ma ci fidiamo. Che bello fare il pieno con meno di 5 Euro!

Seguono alcune foto dell'Iran.















Il paesaggio è privo di vegetazione e molto arido ed il termometro segna 40 gradi.

Nelle soste di riposo veniamo avvicinati da numerosi iraniani i quali ci fanno numerosissime domande in uno stentato inglese misto a segni con le mani. Le tre domande che tutti i pongono però sono: da dove venite? Dove andate? Quanto costa la moto?

La guida è piacevole ma nelle città il tutto si fa complicato: la guida iraniana è veramente pessima, con continui cambi di direzione ovviamente senza frecce, fermate e riprese improvvise senza guardare chi sopraggiunge e mancanza di regole assolute nelle rotonde. Anarchia totale, occorre prestare molta attenzione, anche perchè il numero di macchine in giro è veramente pazzesco.




Raggiungiamo l'hotel prenotato dall'Italia. Si tratta dell'unico hotel riservato, visto che la prima prenotazione è obbligatoria per poter ottenere il visto iraniano.




Prima di cena decidiamo di andare a visitare il bazar di Tabriz, patrimonio Unesco. Prendiamo un taxi abusivo condotto da un simpatico iraniano, che con un ottimo inglese (talvolta dobbiamo farci ripetere le cose più volte visto che il nostro è parecchio scarso) ci porta al bazar, facendoci fare il giro turistico della città sulla sua macchina scassata e facendoci da Cicerone. La paura è tanta, visto il suo (e quello degli altri) modo di guidare "disinvolto", ma in serata ci riporta sani e salvi all'hotel.









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